Dove, come, quando, perché?

South Pacific Ocean

Mamma mia quanto tempo è passato dall’ultimo post! Era Aprile, inauguravamo il nostro nuovo sito Web e ci apprestavamo a trascorrere l’inverno australe nella terra dei Kiwi. Da allora sono trascorsi 7 mesi (?!!?), siamo in primavera inoltrata, le temperature cominciano a salire, sì, insomma, siamo usciti dal letargo Smile

Riassumiamo in breve cosa è successo durante questo periodo di silenzio dal blog.

L’Inverno non è stato molto rigido, generalmente qui nell’isola del nord non lo è mai. Il mese più freddo è stato Agosto, le temperature massime non sono mai andate al di sotto dei 13°, mentre le minime si aggiravano intorno ai 5°. Il problema vero è stata la pioggia – madooooo’ quanto cavolo ha piovuto ! – e la conseguente umidità. Sui tendalini e sulle superfici in ombra ci è cresciuto il muschio! Per combattere la condensa sottocoperta, nonostante il riscaldamento, abbiamo dovuto acquistare dei dispositivi tecnologicamente avanzatissimi (ahah), si insomma, deumidificatori a sali (tipo secchielli pieni di sali che assorbono l’umidità sciogliendosi Open-mouthed smile). Nella loro semplicità, funzionano alla grande.

Ci siamo divertiti con i nostri amici dell’Obiwan, Raffa e Giovanni, abbiamo gironzolato qui intorno, visitato alcuni dei luoghi più caratteristici della zona e abbiamo mangiato troppo mettendo su un tot di chili dei quali ancora oggi portiamo i segni nonostante la dieta ferrea e gli esercizi fisici.

Ale Raffa Max Giova in visita alle cascate di Whangarei

Ci siamo beccati un paio di depressioncine di quelle provenienti dai 50 urlanti, robette da una settantina di nodi sullo Stretto di Cook e che a noi, infilati nel budello del fiume Hatea, hanno portato pioggia orizzontale e spazzoloni gelidi da Sud Ovest sui 35-40 nodi, con i Kiwi che ci dicevano “Kind of windy today, nice!” (C’è un po’ di venticello oggi, bello!), così tanto per gradire. Ah, sappiate che i Kiwi girano in pantaloncini, totalmente scalzi o con le infradito ovunque, in pieno inverno, sotto il diluvio universale e in piena glaciazione.

Lo scorso 21 Giugno abbiamo festeggiato il solstizio di inverno insieme a tutti i navigatori bloccati come noi in questo paese. Abbiamo suonato, cantato e ballato e abbiamo consegnato al sindaco di Whangarei, una donna incredibile, uno striscione con i nostri disegni e i nostri ringraziamenti alla comunità che ci ha accolto così calorosamente nonostante il periodo difficile per tutti. Il nostro disegno: Y2K che lascia i tropici per fare rotta sulla Nuova Zelanda, la sua nuova casa.

Thank you Banner

Abbiamo sognato ad occhi aperti davanti alla teca contenente la “Vecchia Brocca” quando abbiamo visitato il “Royal New Zeland Yacht Squadron” ad Auckland. Un luogo mistico, come mistica è la base di Emirates Team New Zealand. Chissà se Luna Rossa sarà in grado di regalarci l’emozione ultima di portare quella coppa in Italia al termine dell’imminente America’s Cup. Che ovviamente andremo ad assistere, costi quel che costi.

Coppa America - Auckland

Abbiamo rimesso a nuovo Y2K. Il suo trattamento di bellezza è durato un mese durante il quale abbiamo eseguito lavori ordinari e straordinari, fra questi ultimi il rinnovo completo dell’antivegetativa Coppercoat. Il travel ci ha rimesso in acqua in un giorno grigio e freddo di fine maggio, sotto una pioggerellina stile padania in Febbraio. Ma non ci facevamo caso più di tanto alla pioggia, eravamo felicissimi di galleggiare di nuovo, anche perché la sosta in cantiere in realtà è durata due di mesi: uno di lockdown e uno di lavori. Non ne potevamo più di vedere Y2K sul trespolo. I cari amici di Obiwan, nella sfiga di essere rimasti bloccati con noi, si sono visti immediatamente “schiavizzare” Smile e ci hanno aiutato moltissimo, in modo particolare con la coppercoat. E di questo non li ringrazieremo mai abbastanza.

Y2K e la nuova Coppercoat - Cantiere Dockland5

Y2K va in acqua dopo due mesi in cantiere

Ad Agosto gli amici Raffa e Giovanni, impossibilitati a ricongiungersi con “Obiwan” in Australia per via dei confini chiusi, sono rientrati in Italia e noi siamo rimasti da soli ad aspettare la fine dell’inverno. Piano piano le giornate hanno cominciato a scaldarsi e la pioggia ad essere meno frequente. Ciclicamente ci passava sopra la testa la solita depressione da Sud facendo precipitare le temperature e portando il tanto amato  e freddo Sud Ovest. Abbiamo richiesto l’estensione del nostro visto fino a Giugno 2021 passando per una lunga trafila burocratica, piena di documenti da compilare ed esami clinici piuttosto rigorosi (RX torace, prelievo sangue, analisi urine etc.). Ci hanno pure pesati ed è stato il momento più drammatico di tutti e in cui abbiamo tentato qualunque sistema di corruzione esistente affinché l’infermiera truccasse un po’ quei numeri Smile

A Settembre eravamo ottimisti, la situazione Coronavirus non si era certo risolta, ma dati e numeri dicevano quanto meno che le cose stavano migliorando.

E invece, mentre nell’emisfero nord l’estate comincia a lasciare il passo all’autunno, abbiamo iniziato ad assistere attoniti agli accadimenti del mondo esterno come spettatori di un film di fantascienza. Noi, isolati totalmente dal resto dell’umanità, su un’isola (due per la precisione eh ?) in mezzo al nulla dell’Oceano Pacifico del Sud, la prima terra che si possa definire tale a 2000 miglia di distanza. In Nuova Zelanda non entra nessuno, solo i cittadini Kiwi e i residenti. Per tutti gli altri un categorico NIET, i confini sono blindatissimi e non si parla minimamente di riaperture. Praticamente viviamo in una bolla dove il maledetto virus è stato contenuto al tal punto da non essere più necessaria alcuna restrizione o quasi. Non c’è l’obbligo di indossare la mascherina, non c’è l’obbligo del distanziamento sociale, i ristoranti sono aperti, come le scuole, i cinema e i teatri. Si va alle partite di rugby normalmente, si entra nei negozi, ci si saluta e ci si abbraccia. Considerando cosa succede in Europa o a casa siamo fortunati, ci sentiamo un po’ privilegiati e siamo anche molto grati nei confronti di un paese che ci ha alla fine accolto senza troppi problemi. Siamo anche più liberi rispetto al resto del mondo, ma liberi dentro ad una gabbia dorata: perché da qui non possiamo andarcene, né con la barca, né con l’aereo. Una volta lasciato il paese, non possiamo fare ritorno, inoltre non sapremmo neanche dove volgere la prua dovessimo scegliere di salpare. Il 90% dei paesi e delle isole del Pacifico mantengono i confini chiusi (tranne Fiji, Polinesia e pochissimi altri) e sono inavvicinabili. Infine, la stagione dei cicloni del Sud Pacifico è ufficialmente iniziata il 1° Novembre.

E quindi? E quindi stiamo qui. Per ora ci godiamo l’estate australe in attesa (e con la speranza) che l’Immigrazione ci prolunghi ulteriormente il visto già esteso automaticamente in Aprile a causa del covid. Abbiamo in programma alcune gite. A Gennaio vogliamo cogliere l’occasione per navigare verso nord, ancorare in tutte le deliziose baiette di Bay of Islands e raggiungere Cape Reinga sostando negli innumerevoli ancoraggi spettacolari dell’Isola del Nord. A Febbraio, il mese solitamente più caldo, vogliamo visitare l’isola del Sud in auto.

Da Aprile in poi, con l’inizio della stagione “navigabile”, le cose si complicano perché ora come ora non è possibile pianificare nulla di preciso. Tuttavia dobbiamo prendere comunque alcune decisioni importanti che riguardano il nostro viaggio perché arriverà il momento in cui non potremo più rimanere in Nuova Zelanda per superato limite di permanenza nel paese. In genere questo limite per le persone è di 12 mesi, anche non continuativi, in un arco temporale di 18 mesi. Oltre questi 12 mesi è obbligatorio lasciare la Nuova Zelanda e non farvi ritorno per un minimo di 6 mesi. Qui non scherzano per niente su queste cose.

Ed ecco appunto il “Dove, come, quando, perché”, titolo di questo post. Stiamo lavorando ad una strategia che prevede l’individuazione di una diversa serie di possibili rotte e destinazioni a seconda dello status del virus, dei confini e delle condizioni dei paesi che vorremmo visitare.

PIANO A – La rotta ideale in caso di ritorno alla normalità

  • Nuova Zelanda –> Isole Fiji –> Nuova Zelanda o Australia dove passeremo la stagione dei cicloni.

PIANO B – Confini chiusi in Nuova Zelanda e Australia

  • Nuova Zelanda –> Isole Fiji –> Isole Marshall dove passeremo la stagione dei cicloni, ammesso che le Marshall aprano i confini.
  • Nuova Zelanda –> Isole Fiji e sosta nel “buco” presso Vuda Marina per la stagione dei cicloni. NON CI PIACE per nulla, ma è da mettere in conto.

PIANO C – Confini chiusi in Nuova Zelanda, Australia e alle Isole Marshall

  • Nuova Zelanda –> Isole Gambier (Polinesia Francese). E’ una rotta lunga, complessa e “fredda”, ma fattibile. E poi ci permetterebbe di tornare dove abbiamo lasciato davvero il nostro cuore.

PIANO D – Confini chiusi in Nuova Zelanda, Australia,  Marshall e meteo avversa (o mancanza di voglia Smile) per navigare verso la Polinesia

  • Nuova Zelanda –> Indonesia. Questa è davvero l’ultima l’opzione, quella che desideriamo proprio evitare in quanto ci piacerebbe rimanere nel Sud Pacifico ancora per qualche anno.

PIANO E – L’ultima spiaggia.

  • Impacchettare Y2K, alarla e lasciarla in cantiere qui a Whangarei mentre noi ce ne voliamo in Italia in attesa di tempi migliori.

Come potete notare le variabili sono tante, troppe. Non esiste certezza di nulla, tranne quella di dover lasciare la Nuova Zelanda a Giugno. E’ un terno al lotto davvero, ma noi non vogliamo rinunciare alla nostra avventura a patto di trovare rifugio dagli uragani e non mettere a rischio sia noi che la nostra amata Y2K. Vedremo come la situazione mondiale evolve tra fine Dicembre e Gennaio.

Il 3 Dicembre prossimo sarà un anno esatto in cui noi e Y2K, di ritorno dalla stagione 2019 trascorsa alle Vanuatu e in Nuova Caledonia, approdavamo alla banchina della quarantena di Opua, Bay of Islands. Sono praticamente 12 mesi che siamo bloccati qui, 12 mesi in cui piano piano abbiamo cominciato ad assimilare il modo di vita dei Kiwi e un pochino ci siamo trasformati in Kiwi anche noi. D’altronde i “segni e sintomi” che siamo da troppo tempo fissi in questo paese ci sono tutti:

  1. La vecchia cover del tuo smartphone si è disintegrata e quella nuova non può che essere quella di cui sotto Smile
    Custodia Smartphone

  2. Nell’ultima foto satellite in Google Earth, alla tua posizione presso il Marina di Town Basin c’è la tua barca Smile
    Town Basin Marina - Riverside - Whangarei

  3. Perché coccolare un cucciolo di cane quando hai un baby Kiwi ?
    Baby Kiwi 
  4. Cominci a capire lo strano inglese che parlano qui. A volte lo parli pure.
  5. Consideri il camminare scalzi per le strade una cosa normale, anzi è un simbolo di libertà. E la cosa è terrificante! Smile
  6. Nei rarissimi casi in cui YouTube propone un inserto pubblicitario in Italiano all’interno di un video pensi ci siano problemi con il telefono o con il tablet.
  7. Saluti tutti quelli che incontri, anche chi non hai mai visto prima, con un allegro “Hey Mate!”
  8. L’estate è inverno, l’inverno è estate, il Nord è caldo, il Sud è freddo e Dicembre è stagione di ciliegie Smile

A presto !

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Giuliana
Giuliana
3 anni fa

Cari, che bello leggervi di nuovo…
Quante quante volte vi pensiamo, sempre con tanto affetto.
Non ho parole per descrivere quello che tutti stiamo vivendo, ma sapervi sani e lontani dall’Europa ci solleva un po’ .
Potessi almeno darvi soluzioni, rotte alternative, ma no, mai come ora siamo tutti nella stessa barca ferma.
Godetevi la meravigliosa NZ e Y2K finché potete e con più serenità possibile.
Vi vogliamo tanto bene.Un abbraccio cari Max e Ale e, comunque, VIVA LA VITA!!
Giuli e Robi

Y2K Max
Admin
Risposta a  Giuliana
3 anni fa

Ciao carissimi,
grazie del bel commento, ci ha scaldato il cuore e ci ha fatto tanto piacere.
Magari avere la sfera di cristallo per leggervi cosa possa riservarci il futuro da qui a qualche mese, noi cerchiamo comunque di essere ottimisti SEMPRE!
Vi vogliamo bene anche noi e cercate di godervi la vita nonostante tutto.
Un abbraccio forte ad entrambi.
Ale & Max

Roberto
3 anni fa

Ciao ragazzi. Fa sempre piacere leggervi.
Dai che prima o poi ci si rivede! 😉