Le Tuamotu – Tikehau

Tikehau è l’atollo più a ovest dell’arcipelago delle Tuamotu. Dista solamente 10 miglia (più o meno) da Rangiroa, ma la disposizione delle pass – sia di Rangiroa stessa che di Tikehau – fa sì che la distanza venga praticamente quintuplicata.
Avatoru, la seconda pass di Rangiroa, si trova a Nord dell’atollo, mentre la pass di Tikehau, Tuheiava è esattamente nel lato più a Ovest. Insomma, ridendo e scherzando da pass a pass sono circa 50 miglia.

Tikehau_Map_Sat
 
Nel periodo della nostra visita, inoltre, cioè Luglio, i venti prevalenti sono da Est (ESE o ENE), per cui una volta entrati nell’atollo, il ridosso lo si trova dalla parte opposta, a Est. E sono altre 13 miglia. Per un totale di 63 miglia.
 
Tikehau_Map
 
Insieme ad Obiwan partiamo molto presto da Rangiroa, proprio durante i festeggiamenti dei Francesi per la vittoria della coppa del mondo di calcio, e usciamo dalla pass di Avatoru che troviamo tranquillissima. Il tempo è buono e il vento è leggero, un Est di 7/8 nodi. Sappiamo, però, che le previsioni danno un rinforzo piuttosto importante dell’aliseo per il giorno successivo. Non possiamo permetterci il lusso di indugiare troppo per evitare di arrivare a destinazione troppo tardi. Proseguiamo con randa e motore a 6 nodi.
 
L’oceano è tranquillo, filiamo la lenza con la speranza di recuperare la cena. Non prendiamo un tubazzo, in compenso avvistiamo un altro Marlin (Pesce vela) che si guarda bene dall’avvicinarsi e assistiamo atterriti alle evoluzioni di una sula che volteggia insistentemente sulla nostra esca, lanciandosi in picchiata di tanto in tanto, limortaccisua. Già ci vediamo intenti a slamare il volatile con tutto quello che ne consegue. Le sule sono uccelli piuttosto grandi con un becco che è un’arma micidiale. Eppoi scagazzano in quantità inenarrabili già in situazioni normali, immaginatevi quando sono terrorizzate Open-mouthed smile. Fortunatamente, a furia di urla, smanacciate et similia, la sula decide di andare altrove.
 
Alle 13 siamo davanti alla pass di Tikehau. Essendo a Ovest è ridossata dai venti predominanti e non presenta alcun tipo di problema. Non è molto profonda, in alcuni punti la profondità è di 5 metri, è circondata da reef, ma è tutto molto ben segnalato.
 
Tikehau_Pass
 
Vicino alla pass la laguna è turchese acceso  e ci sono piccoli isolotti sparsi qua e là. Uno, in particolare, entrando a sinistra, offre un ancoraggio spettacolare e ci sono anche un paio di gavitelli a disposizione dei diportisti. Unico lato negativo: è esposto all’aliseo predominante. Noi aspettiamo un E-SE sui 18-20 kt, quindi nostro malgrado dobbiamo andare oltre.
 
Raffaella e Giovanni di “Obiwan” desiderano approfittare del vento leggero per ancorarsi vicino al paese e passare la notte lì.
Noi proseguiamo addentrandoci nella laguna. Il primo tratto è piuttosto pieno di grandi teste di corallo, ma sono perfettamente visibili con la luce giusta e non presentano alcun problema.
Alle 16:00 filiamo l’ancora sotto al solito groppo, spuntato dal nulla con il solito tempismo perfetto. La cosa si fa inquietante ormai Smile 
 
Ancoraggio Est - Tikehau
 
Visita all'hoa - Tikehau
 
Ci troviamo davanti al motu Kirimarania, un luogo tranquillissimo. Siamo su un fondo di 9/10 metri – volendo ci si può avvicinare di più, sui 7 metri – tutta sabbia. Le sole teste di corallo si trovano vicino alla riva.
 
Le coordinate sono: 14°58,934 S; 148°58,934 W.
 
Il giorno dopo, mentre aspettiamo il vento fresco e gli amici di Obiwan, ce ne andiamo ad esplorare un hoa che si trova a Sud rispetto alla nostra posizione. Lì vicino, su un motu ribattezzato “Garden of Eden”, vive una strana comunità di asiatici che professano un culto cristiano chiamato “Chiesa del Nuovo Testamento” e seguono gli insegnamenti di quello che definiscono il loro profeta, nonché attuale leader di questo culto, tale Elijah Hong. Il loro culto si basa sul sostenimento della comunità tramite i propri sforzi e i frutti derivanti dalla coltivazione della terra e dall’allevamento degli animali. Senza usare alcun fertilizzante sintetico o altro. Dalle ricerche che abbiamo fatto in rete, sia il “profeta” che il culto sembrano piuttosto, diciamo così, ambigui.
Noi siamo curiosi, anche perché pare che abbiano trasformato il terreno corallino in modo da renderlo fertile e che coltivino di tutto. Forse vendono anche la frutta e la verdura che coltivano. Decidiamo di andare a visitarli tutti insieme più avanti, e poi un po’ di prodotti freschi non guastano mai. Smile
 
Hoa - Tikehau
 
Bassi fondali davanti all'hoa - Tikehau
 
Ancoraggio Est - Tikehau
 
Ci mettiamo d’accordo con l’equipaggio di Obiwan e con Willy di “Nina”, un amico Italiano conosciuto in Martinica, che dopo aver trascorso un paio di anni alle San Blas, ci raggiunge qui alle Tuamotu dopo esser passato dalle Marchesi. Il giorno successivo ci lanciamo a bordo dei nostri dinghy alla volta di “Garden of Eden”. Ci accoglie un signore anziano – non ricordiamo il suo nome purtroppo – con una bimba in braccio. Ci presentiamo, gli diciamo che vorremmo visitare il villaggio e capire come è possibile ricavare qualcosa da un suolo sterile come quello di un motu. L’uomo sorride, restituisce la bimba alla madre e comincia a farci da cicerone. La comunità si è stanziata a Tikehau da quasi cento anni e ha acquistato l’intero motu. Lavorando senza sosta i membri della comunità che si sono succeduti nel tempo hanno modificato il terreno corallino con un miscuglio di letame (derivato dai propri animali), foglie di palma, gusci di cocco sbriciolati, un sistema di irrigazione dell’acqua piovana. Coltivano davvero di tutto a seconda del periodo dell’anno: ciliegie (!!!!), papaia, zucche, zucchine, insalata, peperoncino, banane, cocchi (ovviamente), melanzane. Vendono i loro prodotti sia ai “barcaioli” che fanno loro visita a Tikehau, sia al mercato di Tahiti. Hai capito questi eh ?! Smile
 
Garden of Eden - Tikehau
 
Si sono specializzati nella coltivazione della vaniglia che è piuttosto redditizia a quanto pare. L’uomo ci mostra la piantagione di vaniglia, i baccelli verdi e i fiori. Ci spiega che quando i baccelli si riempiono di macchie marroni, è il momento giusto per raccoglierli e farli essiccare.
Ci spiega anche che l’impollinazione dei fiori di vaniglia la fanno loro manualmente controllando ogni mattina la presenza di nuovi fiori (Surprised smile)
 
Fiore della vaniglia - Garden of Eden - Tikehau
 
Piantagione di vaniglia - Garden of Eden - Tikehau
 
Allevano le api che producono un miele da un gusto particolarissimo, dovuto al fatto che gli insetti si nutrono dei fiori presenti su un atollo corallino. Lo assaggiamo ed è buonissimo. E dato che vendono pure quello ce ne compriamo una bottiglietta Smile Non è proprio a buon mercato: 50 cc di miele, 1000 Franchi Polinesiani (poco più di 8 Euro), ma ne vale la pena.
 
Alveari - Garden of Eden - Tikehau
 
Miele
 
Dall’acqua di mare ottengono il sale. In pratica hanno costruito una serie di vasche in cui incanalano l’acqua salata e la lasciano evaporare. Insomma, si son fatti le loro saline Smile
 
Le saline - Garden of Eden - Tikehau
 
Allevano i maiali da cui ottengono la carne per nutrirsi e il letame per fertilizzare il suolo. Hanno anche un pollaio con un discreto numero di galline ed un bellissimo gallo dalle dimensioni davvero inquietanti. Allevano due tipi di galline, ci spiega sempre l’uomo: quelle chiare, da noi soprannominate “le sfigate”, destinate all’alimentazione della comunità, e quelle marroni destinate invece alla produzione di uova.
 
Allevamento di maiali - Garden of Eden - Tikehau
 
Incredibile il sistema escogitato per far deporre le uova alle galline: all’interno del pollaio hanno costruito una specie di casetta con il fondo leggermente inclinato verso l’esterno. La gallina entra nella casetta, depone l’uovo che scivola direttamente in un contenitore posto all’esterno del pollaio, quindi esce e entra la gallina successiva. Praticamente fanno a turno! Quasi come se fossero state addomesticate Open-mouthed smile
 
Le galline depongono le uova a
 
Al termine della nostra visita, siamo davvero sorpresi da questa strana comunità. Chiediamo al nostro cicerone se, oltre al miele, possiamo acquistare anche frutta e verdura, e magari, vista la nostra astinenza da carne, anche un pollo Smile 
 
Prendiamo insalata, zucca, papaia, peperoncino, 12 uova delle galline “turniste”, basilico e, naturalmente il pollo! Quest’ultimo da ritirare il giorno dopo, pronto da cucinare Smile
 
Questa esperienza così diversa dal solito fa da diversivo mentre il ventone si placa e l’oceano si tranquillizza.
 
Il ritorno dell’aliseo gentile avvicina inesorabilmente la data in cui, con il cuore pesante e i lucciconi agli occhi, salutiamo le Tuamotu per continuare il nostro viaggio verso Ovest. Per noi, per il momento, questi atolli simboleggiano l’autentico paradiso terrestre e lasciarli ci dispiace da morire.
Con la prua rivolta a Ovest, facciamo rotta su Tahiti. Non vogliamo che sia un addio questo, bensì un arrivederci a presto care Tuamotu.

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