Le Tuamotu – Fakarava

Siamo sempre al freddo e al gelo in Europa. L’inverno è arrivato prepotente e fra un malanno e l’altro ci apprestiamo a passare le feste in famiglia dopo 2 anni Smile Mentre aspettiamo con trepidazione la data del nostro rientro in Polinesia, eccovi un’altra fra le bellezze degli atolli delle Tuamotu. Buona lettura Open-mouthed smile

Fakarava è il secondo atollo più grande delle Tuamotu dopo Rangiroa. E’ lungo circa 30 miglia e largo circa 13. Ha una forma simile a un rettangolo disposto in verticale e all’interno della sua immensa laguna vi è un canale navigabile, ben segnalato con fanali verdi e rossi, che collega la sua Pass di Sud-Est (Pass Tumakohua), a Rotoava – il villaggio principale – e alla Pass di Nord (Pass Garuae).
 
Fakarava
 
Fakarava ha un aeroporto che la collega piuttosto bene alle isole e atolli maggiori, in modo particolare a Tahiti, ha una maggiore ricezione turistica con i suoi hotel e Diving Center attrezzati e super attivi.
 
Rotoava è una metropoli paragonata ai minuscoli villaggi degli atolli di Raroia, Tahanea e Makemo Smile Ci sono ben DUE supermercati piuttosto forniti dove è possibile trovare praticamente quasi tutto.
Fakarava Yacht Services a Rotoava e Pakokota Yacht Services situato sul lato Est a metà dell’atollo, offrono servizi alle imbarcazioni di passaggio con estrema professionalità e puntualità: manutenzione, ricambi, rifornimento carburante (benzina e gasolio), lavanderia, bar/ristorante e Wi-fi gratuita, noleggio bici e trasporto per/da aeroporto.
 
Lasciamo Tahanea al mattino appena fa luce, seguiti dai nostri amici Dagmar e Matt di “Matylda”. La navigazione è piacevole e divertente, facciamo un “garino” con Matylda, alla fine gli amici issano pure l’asimmetrico. Noi siamo in modalità machimmelofaffa’-di-issare-er-Parasailor e veniamo superati. Matylda però, per tenere gonfia la grande vela è costretta a correggere la rotta poggiando un sacco e scade parecchio. I ragazzi saranno costretti a risalire. Noi continuiamo dritti con prua bella precisa sul nostro waypoint e guadagniamo acqua fino a raggiungere per primi la nostra destinazione.
Entriamo nella laguna di Fakarava dalla Pass di Sud-Est Tumakohua. L’entrata di per se non presenta particolari problemi, ma una volta percorso il canale di ingresso, rimaniamo un pochino spiazzati. Ci sono dei bassi fondali e un reef. I fanali rosso e verde ci indicano chiaramente il passaggio, tuttavia Il mare è talmente limpido che ci sembra non esserci fondo a sufficienza – “impossibile passare da qui ! E’ sbagliato !” – ci diciamo. La collisione chiglia-coralli ci sembra imminente, eppure il nostro ecoscandaglio riporta 6 metri.
 
Passe Sud-Est - Fakarava
 
Dobbiamo fidarci dei segnalamenti, lasciamo da parte le nostre paranoie e passiamo in mezzo ai due fanali. L’ecoscandaglio non va mai al di sotto dei 5 metri, un mare così limpido non lo avevamo ancora visto. Spettacolare !
 
Chiamiamo al VHF “Matylda” che si trova ad un paio di miglia dalla pass, spieghiamo loro come “funziona”” l’entrata ed evitiamo ai nostri amici ulteriori patemi.
 
Con i suoi servizi, il turismo, l’aeroporto etc, è naturale che Fakarava attragga molte più imbarcazioni rispetto ad altri atolli delle Tuamotu. Dopo mesi di ancoraggi solitari e totalmente remoti – distanza dalla più vicina barca a vela 500 metri quando va male, 1 o 2 miglia quando va bene Open-mouthed smile – scorgere 6 (DICO SEI) alberi in un botto solo, qui alla pass di Sud-Est, è da attacco cardiaco ! “Tutta sta gente ??!! Ma che è ??! Troppo, troppo affollato qui !” – ci diciamo. Le barche alla fine sono pure 8 ! Open-mouthed smile
 
Vorremmo fermarci anche noi in mezzo al “casino” Smile, ci sono delle boe messe a disposizione gratuitamente dall’amministrazione locale. Fakarava è una riserva della Biosfera UNESCO e sappiamo che lo snorkeling e le immersioni in questa pass offrono uno spettacolo unico. Purtroppo il giorno del nostro arrivo soffia una brezza tesa da Est-Sud Est e questa zona dell’atollo non offre un buon riparo. Le barche già presenti ballano la rumba per il fetch, così decidiamo di rimandare l’esplorazione di questa zona. Ci torneremo con venti più favorevoli. Puntiamo verso uno degli ancoraggi più suggestivi di Fakarava, situato a Sud Est, Hirifa.
 
Fakarava_Hirifa_SE
 
Anche Dagmar e Matt abbandonano l’idea di fermarsi sulla pass, ci chiamano al VHF e confermano che ci raggiungeranno ad Hirifa.
 
Le coordinate del nostro ancoraggio sono: 16°27,063’ S; 145°22,092 W.
 
Diamo fondo in 8 metri, sabbia, pochissime teste di corallo. Alla nostra destra dune di sabbia, hoa immensi, acqua turchese. Davanti e a sinistra il motu, le palme, una lunga spiaggia dorata, un ristorantino che promette assai bene. L’ancoraggio è super ridossato, una pace assoluta.
 
Hirifa - Fakarava
 
Dune di Hirifa - Fakarava
 
Hirifa - Fakarava
 
Arriva anche “Matylda” che da fondo più avanti alla nostra sinistra. Siamo in tutto 3 barche a vela e un catamarano, ma l’ormeggio è grande e spazioso.
 
Il giorno dopo ci raggiungono anche Diego e Marina con “Meccetroy” e Raffaella e Giovanni con “Obiwan”.
 
Andiamo in esplorazione sulle dune di sabbia mentre Diego e Marina sono più interessati al ristorante che avevamo adocchiato il pomeriggio precedente Smile  Qui conoscono Liza, donnone polinesiano che gestisce il locale insieme alla sua famiglia. Il menù BBQ (pesce o pollo) sembra promettente e poco dopo Diego fa il giro in dinghy delle nostre barche per proporci una seratina a terra.
 
Non si può dire di no ad una serata BBQ sulla spiaggia di Hirifa a Fakarava. Gli equipaggi di Y2K, Matylda, Meccetroy e Obiwan accettano all’unanimità la proposta.
 
La sera eccoci tutti insieme da Liza (“come Liza Minnelli”, dice la nostra padrona di casa Open-mouthed smile), una tavolata di amici un po’ folli che ridono a crepapelle e si divertono fra una foto goliardica e l’altra.
 
Diego apprezza il BBQ - Fakarava
 
Appese alla parete del ristorante, praticamente un Fare (abitazione tipica polinesiana) costruita con intrecci di foglie di palma, ci sono tante bandiere di tantissime nazionalità, probabilmente donate dalle numerose imbarcazioni di passaggio. Troviamo anche una grande bandiera Italiana, subito accanto all’inconfondibile vessillo nero con la felce bianca della Nuova Zelanda ! Una vera sorpresa ! Una dedica sul tricolore racconta come sia appartenuta alla barca “Papayaga” che noi non conosciamo. Fatevi vivi che avremmo il piacere di salutarvi amici del “Papayaga” !
 
Italia & New Zealand ! - Fakarava
 
Ci accorgiamo che oltre alle bandiere all’interno del Fare c’è un po’ di tutto, oggetti fra i più  disparati, fra cui anche una cosa che sicuramente non ci si aspetta di trovare ai tropici: un vecchio paio di piccoli sci con relativi bastoncini !
 
Diego, Dagmar e gli sci - Fakarava
 
Partono le foto, Diego e Dagmar sembrano particolarmente ispirati dagli insoliti oggetti e danno decisamente il meglio con pose artistiche di tutto rispetto ! Open-mouthed smile
 
Con Liza - Fakarava
 
Con Dagmar (S/Y Matylda) - Fakarava
 
Con Dagmar, Raffaella (S/Y Obiwan), Marina (S/Y Meccetroy) - Fakarava
 
Il menù prevede pollo o pesce pappagallo al barbecue. Noi optiamo per il pollo, non siamo del tutto convinti di mangiare il pappagallo nonostante le molte rassicurazioni a proposito della ciguatera. Contrariamente a quanto si possa pensare, pare che il pappagallo sia fra i pesci a più basso rischio di contaminazione… Sarà, ma con il caro e vecchio pollo non si può sbagliare Open-mouthed smile
 
La tavolata dopo un
 
Alla fine della serata, tutti belli “allegrotti” dopo un “tot” di birre, ce ne torniamo a bordo delle nostre barche.
 
Il terzo giorno lo trascorriamo dedicandoci esclusivamente alle attività acquatiche e all’esplorazione dei reef nei dintorni di Hirifa.
 
L'ancoraggio di Hirifa dalla spiaggia - Fakarava
 
L'ancoraggio di Hirifa dalla spiaggia - Fakarava
 
Meccetroy & Y2K crews - Fakarava
 
Secondo le previsioni meteo ci aspetta qualche giorno con aliseo piuttosto debole. Questa è un’ottima notizia perché possiamo finalmente cambiare ancoraggio e dirigerci verso la pass di Sud-Est per esplorarne gli splendidi fondali. Dare fondo nella zona della pass è un pochino complesso: i fondali sono piuttosto profondi e ricoperti di corallo. Le zone sabbiose sono pochissime e difficili da “centrare” con l’ancora.
 
L’ideale sarebbe ormeggiarsi ad uno dei gavitelli gratuiti messi a disposizione dalle autorità. I gavitelli, però, sono pochi, 5 o 6, le barche di passaggio tante e bisogna avere un po’ di fortuna per trovarne uno libero. C’è da fare un po’ “Joe Falchetto”: curare le imbarcazioni alla boa e lanciarsi all’arrembaggio non appena una si muove. Bisogna però anche sottolineare che c’è tanto ricambio, prima o poi il posto lo si trova.
 
Mentre ci prepariamo per spostarci, passano Dagmar e Matt a salutarci. Ne approfittano delle giornate di calma per raggiungere Tahiti. Matt è Neozelandese e il suo soggiorno polinesiano dura solo 3 mesi (contro quello illimitato per gli europei). I ragazzi devono purtroppo affrettarsi. Ci diamo appuntamento a Papeete prima del loro successivo balzo verso Palrmeston (Isole Cook) e Tonga.
 
“Meccetroy” lascia l’ancoraggio di prima mattina, poco prima di noi. Anche Marina e Diego vogliono visitare la pass. “Obiwan”, invece, decide di muoversi verso la pass in tarda mattinata.
“Meccetroy” trova un gavitello libero, noi no Smile Decidiamo, quindi, di approfittare dell’aliseo tranquillo per visitare l’ancoraggio di Sud-Ovest. Un posto bellissimo, circondato da coralli, motu e reef, ma anche piuttosto complicato da raggiungere.
 
Ormeggio Sud-Ovest - Fakarava
 
E’ necessario immettersi nel canale principale – quello che come abbiamo spiegato percorre tutto l’atollo fino alla pass di nord – subito dopo la pass di sud est, quindi procedere a vista puntando a sinistra (quindi a Ovest), aggirando grossi bassi fondali e reef affioranti. La zona è disseminata da numerosissime teste di corallo che sono però ben visibili con la luce giusta. Assolutamente sconsigliato procedere con il sole in faccia o con cielo nuvoloso.
 
Y2K nell'ancoraggio Sud-Ovest - Fakarava
 
Procediamo lentamente verso i motu che delimitano la zona di ancoraggio, facciamo numerosi slalom fino al punto che avevamo precedentemente individuato consultando il compendium scritto dall’equipaggio di Soggy Paws (“The Tuamotu Compendium” QUI). Qui il fondale è poco profondo, circa 5-6 metri, e bisogna fare particolarmente attenzione ad individuare un’area sufficientemente grande sgombra da teste di corallo, ma ancora più importante, libera da pinnacoli corallini semisommersi la cui sommità si trova mediamente a circa un metro dalla superficie. Questi possono essere una vera insidia per timone e/o chiglia quando la barca brandeggia.
 
Ancoraggio di Sud-Ovest - Fakarava
 
Avanziamo trattenendo il respiro, troviamo un posto adeguato e diamo fondo in 5 metri. Reef a poppa e a sinistra – e anche un po’ dappertutto in verità Smile – una serie di motu e mini-motu a prua, il fondale che sale rapidamente con un gradino netto ben delineato dal colore del mare. Acqua immobile, posto ridossatissimo da tutto.
 
Le coordinate del ancoraggio sono: 16°31,444’ S; 145°28,452 W.
 
I
 
Una volta sistemati, ci sembra di fluttuare in mezzo ad una enorme piscina acquamarina. Ce ne andiamo in esplorazione in giro per dune sabbiose, motu e mini-motu per tutta la mattina.
 
Ancoraggio di Sud-Ovest - Fakarava
 
“Obiwan” ci chiama al Vhf. Hanno lasciato Hirifa un paio di ore dopo di noi e hanno trovato una boa libera nella zona della pass di sud (limortacci…) Si stanno godendo la giornata e hanno in programma un’immersione nella pass non appena la corrente è favorevole. Noi vorremmo spostarci in quella zona la mattina dopo. La prossima tappa dei nostri amici è il villaggio di Rotoava ed è loro intenzione navigare verso Nord l’indomani. E’ perfetto: ci accordiamo per raggiungerli poco prima della loro partenza così da “rubarci” il loro gavitello non appena mollate le cime.
 
Intanto finiamo di goderci la splendida giornata scorrazzando per i motu, stando a bagnomaria e raccogliendo noci di cocco direttamente dalle palme.
 
Y2K all'ancora - ancoraggio di Sud-Ovest - Fakarava
 
La mattina alle 8 del giorno successivo ci chiama Raffaella di “Obiwan”, ci accordiamo per il “turn-over” al gavitello. Noi abbiamo bisogno di almeno mezz’ora per districarci da tutte le teste di corallo che caratterizzano il nostro ancoraggio, poi una quindicina di minuti per raggiungere i nostri amici. Essi, d’altro canto, devono percorrere le 30 miglia di laguna fino a Rotoava.
 
Non c’è tempo da perdere, ci muoviamo subito. Percorriamo un tratto con il sole in faccia – non si può fare altrimenti – alla roboante velocità di 1 nodo. Manovriamo virando anche di 90° a volte fino a raggiungere acque più profonde e relativamente sicure. Finalmente con il sole alle spalle ci dirigiamo verso il campo boe. Raffaella ci chiama di nuovo, “ragazzi si è liberata la boa dietro di noi !”. In pochi minuti siamo lì e ci ormeggiamo senza cacciare via i nostri amici. Abbiamo tempo di prenderci un bel caffè tutti insieme a bordo di Y2K prima della loro partenza.
 
Mentre “Obiwan” volge la prua su Rotoava, noi e gli amici di “Meccetroy” che occupano il gavitello alla nostra poppa, ci prepariamo per una giornata interamente dedicata a immersioni e snorkeling sulla pass. Prima però, un rapido check al gavitello, alle cime e alle catene. E’ di quelli avvitati al fondo marino, di ultima generazione e anche molto ben tenuto. Tutto in ordine.
 
La meravigliosa pass di Sud-Est - Fakarava
 
Aspettiamo la corrente entrante e ci buttiamo in un turbinio di vita e coralli colorati. Non esiste un centimetro cubo di mare senza qualcosa di vivo, i pesci di barriera sono ovunque, i loro colori brillanti, in alcuni casi fosforescenti. Gli squali – che qui raggiungono dimensioni piuttosto ragguardevoli – sono sempre i più curiosi di tutti. Le cernie sono impressionanti e le murene fanno capolino dagli anfratti di corallo.
 
Sotto il mare nella pass di Sud-Est - Fakarava
 
Gli squali pinna nera nelle acque della pass di Sud-Est - Fakarava
 
Sotto il mare nella pass di Sud-Est - Fakarava
 
Sotto il mare nella pass di Sud-Est - Fakarava
 
Stiamo a mollo fino a quando non arriva l’inversione di corrente. E’ il momento di uscire da queste acque limpide e ritornare a bordo. Come già spiegato sopra, i gavitelli sono installati in una zona piena di coralli. Senza trovarsi proprio nella pass, anche qui c’è di tutto. A poppa di Y2K nuotano centinaia di chirurgo blu creando un turbinio di acqua che, ovviamente, attira loro: i soliti squali pinna nera che sbucano dal nulla in mezzo ai guizzi dei chirurgo, giusto per vedere “come butta” e magari rimediare qualche bocconcino Open-mouthed smile
 
A poppa di Y2K, squali pinna nera e chirurgo - Fakarava
 
Le previsioni meteo danno un notevole rinforzo dell’aliseo sui 25 kt da SE per il breve passaggio di un debole fronte. Noi cerchiamo un migliore ridosso tornando all’ancoraggio di Hirifa dove ci fermiamo per qualche giorno in attesa del ritorno del tempo stabile.
 
Quando finalmente ritorna il sole pieno e l’aliseo riprende a soffiare “normalmente”, issiamo l’ancora al mattino di buon ora e dirigiamo su Rotoava dove ci aspettano gli amici di “Obiwan” e “Meccetroy”.
 
Dobbiamo percorrere le 30 miglia di laguna che ci separano dal villaggio all’interno della grande laguna di Fakarava. Come scritto sopra, fortunatamente il canale navigabile e ottimamente segnalato ci permette di procedere senza troppi patemi, sempre, però, con un occhio vigile per eventuali teste di corallo magari non perfettamente segnalate… non si sa mai.
 
C’è un bel venticello sui 18-20 kt e siamo in grado di procedere a vela godendoci il bellissimo panorama della laguna di Fakarava. Passiamo diverse “Pearl Farms” – industre perlifere – qualche resort perfettamente “mimetizzato” nell’ambiente circostante.
 
Raggiungiamo Rotoava per le 13 e agguantiamo uno dei gavitelli messi a disposizione alle imbarcazioni di passaggio dal Fakarava Yacht Services, che – incredibilmente – troviamo libero Open-mouthed smile.
 
Rotoava - Fakarava
 
La posizione dei gavitelli è circa a 16°03,792’ S; 145°37,204 W. 
 
Le boe sembrano ben manutenute e le cime sono grosse e resistenti.
 
E’ anche possibile utilizzare la propria ancora senza alcun problema se si vuole o se le boe sono occupate, ma è necessario avvicinarsi abbastanza alla costa dell’atollo perché il mare è profondo. “Obiwan” e “Meccetroy” arrivati qualche giorno prima di noi hanno trovato un buon posto in 8-10 metri di acqua davanti alla chiesetta di Rotoava.
 
Ne approfittiamo della sosta per fare la spesa nei due supermercati presenti nel villaggio e rimpinguare un pochino la nostra cambusa dopo settimane lontani da qualsiasi forma di civiltà.
 
Il Fakarava Yacht Service offre, fra le altre cose, un servizio lavanderia e Wi-fi gratuita. Ne approfittiamo subito. I gestori, Stephanie e Aldric, sono due persone meravigliose, anche loro hanno un passato da giramondo in barca a vela e sono ben consci delle necessità di tutti i velisti che si spingono con la propria barca fin in questo remoto angolo di paradiso.
 
Per raggiungerlo, è necessario lasciare il dinghy ad un pontiletto di legno situato di fronte ad un snack-bar gelateria (gelato mangiato… YUMMY !!! Open-mouthed smile) e a abitazioni locali di pescatori, quindi proseguire a piedi verso l’interno e seguire le indicazioni per il Fakarava Yacht Services (è molto vicino, sulla strada principale, praticamente 2 minuti a piedi).
 
Gelato con gli amici di Obiwan ! - Rotoava - Fakarava
 
Il pontiletto di legno, a quanto pare, è anche punto di ritrovo per una decina di squali nutrice di notevoli dimensioni. Si piazzano lì nelle ore più calde, la testa sotto le assi di legno del pontile, e schiacciano pisolini di ore Open-mouthed smile
Ci vuole poco per soprannominare il pontiletto in “Parcheggio Squali Nutrice” Open-mouthed smile
 
Il famoso
 
Da Stephanie e Aldric compriamo anche uova fresche locali dell’atollo, riempiamo le taniche di gasolio per il serbatoio di Y2K e di benzina per il fuoribordo e trascorriamo ore a chiacchierare con loro e con i nostri amici sulla terrazza dello Yacht Service.
 
Con Marina e Diego (S/V Meccetroy) al Fakarava Yacht Services - Rotoava
 
Aggiorniamo il nostro blog, utilizziamo i mezzi tecnologici per contattare le nostre famiglie a casa, mentre ci rinfreschiamo sorseggiando un delizioso drink.
 
Trascorriamo qualche giorno tranquillo alla boa davanti a Rotoava, gli amici di “Obiwan” ritornano ad Hirifa, mentre “Meccetroy” fa rotta su Toau, anticipandoci. Anche noi vogliamo visitare questo atollo prima del grande salto verso Tahiti, a quanto pare, essendo totalmente disabitato, offre ancoraggi da sogno.
 
La pass di Toau è a sole 15nm dalla pass Nord di Fakarava, sarà uno spostamento veloce Open-mouthed smile

Ultimi post

Ritorno alle Fiji

E già, quanto tempo è passato dall’ultimo aggiornamento di questo nostro blog, troppo! L’ultimo post raccontava di come finalmente fossimo in procinto di lasciare la

Leggi di più »
Subscribe
Notify of
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments