“Zikati”

Era solo questione di “quando”, non di “se”.
 
Dopo 8 mesi ai tropici e un numero inenarrabile di punture da parte di tanti e svariati simpatici insetti caribe e non, è arrivata la settimana a Le Marin, in Martinica.

Qui abbiamo subito gli assalti di orde di fameliche piccole e spietate zanzarine tigre. Che poi, zanzara-tigre, ma da dove arriva questa fottutissima creatura ? Scado in facili battute da bar, lasciamo stare…
 
Dicevo, in questi assalti nessuna parte del nostro corpo – e quando dico nessuna, intendo NESSUNA – viene risparmiata, un calvario solo parzialmente mitigato dall’utilizzo di litrate di repellente. Repellente che in alcuni casi funziona (forse con le normali zanzare), in altri ha lo stesso successo che si può ottenere gridando, senza troppa convinzione, “pussate via brutti cattivi” ad un gruppo di Velociraptor.
 
Il “quando” arriva poco dopo il nostro atterraggio a Bequia, nelle Grenadine. Max ha un cerchio alla testa da qualche giorno. Io l’attribuisco all’elevato consumo di rum, Max non proprio, ma decide comunque di interrompere il “cicchetto” serale per un po’ Smile. La mattina dopo il nostro arrivo nell’isola si sveglia con un improbabile eritema sulle spalle. E’ molto localizzato… boh ??!! Che sarà ? Scatto una foto e  la mando al nostro caro amico farmacista Michele che sta a Milano. “Mik che dici ?” Risposta – “Mah sembra un’eruzione causata dal sudore. Max non stare al sole e prendi un antistaminico”.
 
Non ci pensiamo più, ce ne andiamo a zonzo per Bequia, facciamo le pratiche di ingresso nello stato di St. Vincent & Grenadines, compriamo frutta fresca al mercato, notiamo le casette colorate e pulite, i bimbi stupendi e un fantastico nuovo ospedale. Ce ne torniamo a bordo.
 
Il mattino dopo l’eritema di Max assume vita propria, dilaga dappertutto e in breve tempo tutta la pelle è ricoperta da un numero impressionante di puntini rossi. Mmmmhhh… Scatto un’altra foto e la mando a Mik. La risposta di Michele è chiara e precisa: “Portalo da un medico locale.”
 
Ed eccoci sul tender diretti a terra verso il fantastico nuovo ospedale. All’ingresso troviamo due infermiere, spiego la situazione, chiamano un terzo infermiere che ci accompagna dal medico. Ecco il medico di guardia NON è in ospedale. L’infermiere attraversa tutta la struttura, poi ci accompagna sul retro, sbuchiamo in una viuzza, galli e galline, casette diroccate e container. Io e Max ci guardiamo un po’ così e chiediamo all’infermiere: “Ti dobbiamo seguire?”. L’infermiere entra in una casa, il dottore, anzi la dottoressa, è qui.
 
Si presenta con accento molto British, spiego di nuovo il problema. La dottoressa ausculta cuore e polmoni di Max, fa due domande mirate ed esegue la diagnosi. “Virus Zika”. Visto che i sintomi sono lievi, prescrive solo una pomata al cortisone suggerendo di prendere paracetamolo in caso di febbre e dolori muscolari (altri sintomi della Zika). Ci congeda con “40 US Dollars, please”…
 
Ce ne torniamo a bordo e diamo la notizia a Michele. Pazienza, in un paio di giorni la situazione dovrebbe risolversi.
 
La mattina dopo l’esantema di Max è al massimo, io invece ciondolo apatica e mentre mi pettino scopro in successione uno, due, tre linfonodi gonfi e tumefatti sulla nuca, dietro le orecchie e sul collo. Mi viene una febbriciattola stupida, ho male alle gambe. Associo linfonodo e febbricola alle malattie più tremende, prendo un pezzo di carta e comincio a buttare giù le ultime volontà….
 
Parte il terzo messaggio all’amico Michele. Risposta: “C’è un’infezione virale in corso. Molto probabilmente Zika. Prendi paracetamolo per i dolori e la febbre. Raccomando una vacanza sulle Dolomiti”.
 
Il secondo giorno, eccolo. Mi parte un esantema terribile ! Bubboni doloranti in testa, puntini rossi che pizzicano e che si espandono velocemente fin sulle dita dei piedi, febbriciattola, dolori muscolari. Insomma io la Zika la prendo con tutti i sacri crismi e mi trascino presa da un senso di terribile stanchezza dalla cuccetta al divanetto portandomi dietro i bubboni e sempre snocciolando le mie ultime volontà a Max che è praticamente guarito, probabilmente grazie ad anticorpi grossi come draghi di komodo. Paracetamolo tre volte al dì e risposo per entrambi, perché se è vero che i puntini son spariti, il senso di prostrazione fisica è altissimo anche per Max. Non c’è che aspettare che il virus faccia il suo corso. Il tutto mentre fuori lo spettacolo delle Grenadine può attendere. Maledetti velociraptor di Le Marin…
 
NOTA SERIA:
Ho voluto impostare il mio racconto sul semi-serio perché in effetti, il modo in cui abbiamo contratto il virus è esilarante tenuto conto di tutto il tempo trascorso ai tropici, di tutte le punture che ci siamo beccati (tafani, formiche aggressivissime e cattivissime in Dominica, ragnetti, meduse e quant’altro).
 
Tuttavia ci sono un paio di considerazioni importanti che tengo a precisare.

Il virus Zika è un virus trasmesso da un certo tipo di zanzara non presente nelle Antille fino a qualche tempo fa e originaria del Brasile. La Martinica, fra l’altro, è nell’elenco dei paesi ad alto rischio, insieme alla Guadalupa.
 
Sconosciuto in Europa, ha avuto una vasta copertura mediatica dopo che si sono registrati i primi casi di persone tornate infette da viaggi effettuati nelle zone in cui il virus è endemico.
 
La comunità scientifica conosce Zika dagli anni ’50. Il virus Zika NON è pericoloso per gli adulti, di Zika rarissimamente si muore e probabilmente per complicazioni, in alcuni casi è asintomatico, in altri talmente lieve da far pensare ad un raffreddore.
 
Non sempre viene la febbre (vedi Max), non sempre viene il rash. Si guarisce dopo una settimana. I problemi – anche se il dibattito fra gli specialisti è in corso – possono arrivare se si infettano i bimbi (come sempre, anche con l’influenza sono i soggetti a rischio) o, ancora di più, le donne in gravidanza. Non per le donne, ma per i nascituri in quanto pare che il virus della mamma infetta venga trasmesso al feto con gravi conseguenze e malformazioni.
 
By Alex

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Unknown
7 anni fa

Apperò…o meglio… zi kazzy!