Isola della Dominica

Dopo quasi una settimana di attesa fermi all’ancora nella baia di St. Anne, dove in pratica ormai conosciamo tutti, ma proprio tutti, finalmente arrivano le condizioni meteo ottimali per lasciare la Martinica e iniziare la nostra rotta verso nord. Partiamo il 29 Gennaio, navighiamo con il solo genoa, il vento non è tantissimo. Decidiamo di fare una tappa prima di attraversare il canale fra Martinica e Dominica, ci fermiamo nella pittoresca baia di St. Pierre, una volta la capitale della Martinica, prima che una spaventosa eruzione vulcanica la spazzasse via. Durante la nostra navigazione, incontriamo tre balene che nuotano poco distanti da noi e un gruppo di delfini.

Avvicinamento St. Pierre

La baia è davvero carina con bellissime spiaggette ed un villaggio colorato. I fondali, però, sono a picco e non c’è molto spazio per dare ancora se non tanto vicino alla riva. Noi troviamo un buco sulla destra del villaggio, davanti ad una bellissima spiaggia. E’ pomeriggio e ne approfittiamo per fare un tuffo, una bella nuotata e dare un’occhiata con la maschera.

St. Pierre - Martinica

St. Pierre - Martinica

Più tardi scopriamo che la poppa di Y2K è letteralmente circondata da una “nuvola” di cosini trasparenti che nuotano. Da un esame più approfondito i “cosini” risultano minuscoli granchietti semi-trasparenti dagli occhi blu che si attaccano alla scaletta, ma anche a noi quando facciamo il bagno. Non ci pizzicano con le loro minuscole chelette, ma si attaccano.

Proviamo a identificarli, con scarso successo. Ci facciamo aiutare dagli amici navigatori tramite FB. La risposta più plausibile che riceviamo è quella che li assimila alla famiglia dei gamberetti pulitori, quelli che rimuovono i parassiti da tutte le altre creature marine e che godono di una specie di totale “immunità” – nel senso che non vengono cacciati da nessuno – per il “servizio” reso.

Cosa siano davvero questi granchietti, cosa ci facciano attaccati alla poppa di Y2K e quale sia il loro vero nome, però, rimane un mistero Smile

Granchietti misteriosi

Ce ne andiamo a letto presto e il mattino dopo salpiamo l’ancora di buon ora, alle 7 del mattino e volgiamo la prua sulla Dominica. Dobbiamo percorrere circa 25 miglia fino Roseau, la capitale, ma visto che noi puntiamo alla rada più a nord, Prince Rupert Bay, ne dobbiamo navigare 15 in più.

Una volta lasciato il ridosso della Martinica, l’aliseo si attesta sui 19 nodi da Est, Y2K procede velocissima su un quasi traverso con una mano alla randa e genoa parzialmente rollato. L’Atlantico è un pò mosso e qualche onda ci frange sulla prua. Alle 11 raggiungiamo la Dominica e veleggiamo ridossati dall’isola.

Arrivo Dominica

La prima impressione che abbiamo è che l’isola è profumata e verdissima.

Inizialmente non eravamo entusiasta di fermarci in quest’isola a causa della cattiva fama in termini di sicurezza, ma dopo aver consultato Noonsite ci siamo convinti a visitarla.
 
Alcuni abitanti hanno formato un gruppo autogestito in stile cooperativa, chiamato P.A.Y.S. (Portsmouth Association of Yacht Services), con la base a Portsmouth, la città nella baia di Prince Rupert Bay. Il loro scopo è di rendere sicura, confortevole, divertente ed irrinunciabile una visita alla loro isola, tanto da essere diventata un’isola modello in termini di sicurezza degli yacht e dei loro occupanti rispetto a tutte le isole dei Caraibi.
I PAYS gestiscono inoltre un campo boe di fronte alla spiaggia, circa una trentina, in caso si preferisse mettere la propria ancora, ti vengono in aiuto indicando i punti migliori. E’ bello che non insistano nel far prendere la boa, noi l’abbiamo molto apprezzato.
La nostra scelta è stata quella di prendere la boa, un gesto per aiutare questo gruppo che si autofinanzia anche con queste iniziative. Il costo della boa è davvero basso, 26EC$ oppure 10USD. Se ci si ferma una settimana si pagano 5 notti al posto di 7.
 
Inoltre, sempre per cercare di far quadrare i conti, ogni Domenica i PAYS organizzano un BBQ sulla spiaggia ed invitano tutti gli ospiti di tutte le imbarcazioni in rada a partecipare, al costo di 50EC$ o 20USD. Il menu comprende un Rum Punch di benvenuto seguito da pollo o pesce alla griglia accompagnato da riso e verdure in insalata. Dopo la cena, balli fino a tarda sera.
 
BBQ Dominica
 
Noi prendiamo parte volentieri all’iniziativa del BBQ e ci rechiamo al dinghy dock. Lasciamo il tender e ci lanciamo con il Rum Punch chiacchierando fra di noi. Ci avviciniamo ai tavoli per prendere posto, ad un certo punto una signora da un tavolo vicino si rivolge a noi e ci chiede: “Italiani ?!”. Sorpresi nel sentire la nostra lingua dopo tantissimo tempo, subito facciamo comunella, ci sediamo allo stesso tavolo e cominciamo a presentarci.
 
Sorpresa nella sorpresa: la coppia di velisti che ci ritroviamo davanti altri non è che Roberta e Vincenzo di Gemm (QUI la loro pagina Facebook), un bellissimo Swan 55. La cosa assurda è che le nostre barche sono state ormeggiate una di fronte all’altra per ANNI a Trapani – Gemm a Marina Stabile, Y2K a Marina Levante – (praticamente prua contro prua) senza aver mai avuto l’opportunità di conoscerci personalmente nonostante gli amici comuni.
 
Ecco ci becchiamo qui, a millemila miglia da Trapani, in Dominica ! La mattina seguente Roberta e Vincenzo ci ospitano a bordo per un buon caffè (Nespresso !!!) e la sera stessa per una cena deliziosa a base di linguine – UNA TONNELLATA DI LINGUINE – con aragosta locale, acquistata viva direttamente dal pescatore al mattino. Una bontà assoluta. Vedi sotto il paragrafo “Consigli”.
 
Gemm e Y2K
 
Un’altra bella scoperta è la Dogana, quando si cambia stato è necessario effettuare la dogana, solitamente è una visita presso l’ufficio Dogana ed Immigrazione, qualche volta possono esserci anche altri enti da “visitare”.
 
Le pratiche di entrata le abbiamo effettuate nella zona commerciale di Porthmouth, a sud della cittadina, circa un miglio dal nostro ancoraggio. C’è un grosso pontile al quale è possibile ormeggiare il dinghy e superato un cancello con la guardia dell’immigrazione ci si reca presso gli uffici. La nostra visita avviene di domenica, quando gli uffici sono chiusi. Non ci rechiamo a destra del pontile, ma a sinistra presso una casa dove normalmente gli agenti della dogana dormono o riposano.
 
Custom e Immigration - Dominica
 
Non siamo convintissimi di essere nel posto giusto, ma dopo esserci affacciati nel cortile, da una porta aperta esce un giovane che ci invita ad entrare per effettuare le pratiche doganali. La stanza è una cucina con tavolo e sedie ed un divano dove un collega è sdraiato a riposare. Le pratiche si svolgono con facilità e velocità, circa 10 min, accompagnate da chiacchiere sull’Italia e sulla Dominica.
 
In Dominica è possibile ottenere una Clearance di Ingresso ed Uscita contemporanea, come è possibile anche in altri stati, ma qui ti permettono di stare sul loro territorio sino a 2 settimane, quando normalmente è 1 giorno se si effettua entrata ed uscita insieme. Questa grande novità permette alle imbarcazioni di girare l’isola senza problemi di dover pensare di ripassare nuovamente dalla dogana, ma semplicemente di andare via. GRANDIOSO.
 
La Dominica possiede oltre 300 fiumi o ruscelli, è un’isola verdissima e molto ricca di frutta. Ci hanno detto che producono praticamente tutta la frutta possibile in questi luoghi e spesso la esportano verso la Guadalupa che non ne produce abbastanza.
Una visita guidata con un socio del PAYS è stata appunto la navigazione del fiume Indian River. Abbiamo prenotato la visita e puntuali alle 15 ci viene a prendere Andrew, il socio PAYS che si occupa di noi, direttamente dalla barca con una lancia di legno con fuoribordo, tipica della zona.
 
Il fiume sfocia nella Prince Rupert Bay, a meno di mezzo miglio dalla nostra barca. Andrew, la nostra guida, si ferma all’entrata del fiume vicino ad un pontiletto per mandarci ad acquistare i ticket del permesso del parco per la visita del fiume, circa 30EC$.
 
Tornati in barca, Andrew imbocca la foce del fiume e quindi spegne il fuoribordo, tira su il piede ed imbraccia i remi. Sul fiume, a seguito di una norma anti inquinamento non è possibile andare a motore, solo a remi.
Il fiume inizialmente è molto largo, circa 50 mt e profondo, fino a 6mt, dopo un paio di anse quando l’acqua comincia a diventare meno salmastra anche il letto del fiume si riduce cosi come la profondità, sino a pochi centimetri in alcuni luoghi. Andrew ci mostra tantissime specie di piante e fiori endemici, anche la pianta che ha dato il nome alla capitale, Roseau (pronuncia RO SO).
 
Moltissimi uccelli, granchi, pesci ed anche un boa. Questo fiume che in alcuni tratti diventa anche angusto, tetro e spaventoso, è stato utilizzato per le riprese del film Pirati dei Caraibi. Ricordate la scena del secondo film quando vanno a casa della strega Calypso ? Hanno lasciato anche la baracca che ora è un punto di visita dei turisti.
 
La visita termina in fondo al fiume, almeno fino a quando è navigabile, dove per far riposare i turisti, hanno costruito un piccolo giardino botanico con un bar. Qui proviamo, dietro suggerimento di Andrew, un cocktail dal nome Dynamite… potete immaginare perchè !
Il costo del tour, che dura circa 2 ore, è di 50EC$ o 20USD a testa.
 

Indian River - Dominica

Indian River - Dominica

Indian River - Dominica
 
Indian River - Dominica
 
Indian River - Dominica
 

Indian River Colibri - Dominica

CONSIGLI

Dalla nostra breve esperienza, ecco alcuni consigli che ci sentiamo di dare:

Usate il più possibile la valuta locale, Il Dollaro Caraibico EC$/XCD, al cambio ufficiale vale circa 0,33 Euro o Dollari USA (nel momento in cui scriviamo siamo quasi alla parità). Se il cambio lo fanno loro state pur certi che ci perderete sempre. Fra Euro o Dollari in Dominca preferiscono i Dollari.
Dove prelevare ? CI sono due comodi bancomat. il primo viciono all’ingresso dell’Indian River, il secondo in citta vicino alla Polizia (basta chiedere).

Sul molo per accedere alla città, dove sono presenti i pescatori, è possibile acquistare pesce fresco direttamente dai pescatori o frutta e verdura direttamente dai contadini. Sulla strada principale ci sono anche due o tre piccoli market con un po’ di tutto, non sono fornitissimi, ma c’è quello che serve.

Sullo stesso molo è possibile lasciare il dinghy. Tuttavia questo molo NON è un vero è proprio dinghy dock, è utilizzato dai pescatori. E’ sicuro lasciare il tender in quanto all’entrata c’è una guardia della custom che vede tutto e conosce tutti, ma NON mettete alcun lucchetto al dinghy perchè la guardia stessa ve lo taglia ! Il dinghy va lasciato in modo da poter essere spostato all’arrivo dei pescherecci. Noi siamo stati informati di questa procedura dai pescatori stessi – gentilissimi fra l’altro – e purtroppo i ragazzi di Gemm, che avevano messo il lucchetto, si sono ritrovati il cavo di acciaio tagliato.

Aragoste: i pescatori le vendono sul molo, oppure i PAYS ve la portano a bordo. Il prezzo corretto è di 15EC$/Pound (libbra), una libbra è circa mezzo chilo. Per favore non buttate via soldi e non regalatene, acquistare l’aragosta a 30EC$ potrebbe sempre essere poco rispetto ai prezzi europei, ma state danneggiando gli altri che verranno dopo di voi e lascerete intendere che chi ha la barca è ricco ! Lo stesso dicasi per la frutta, sia alla bancarella che quando ve la porteranno a bordo, non accettate al primo prezzo, trattate sempre.

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