23 Agosto – Da Licata a Mazara del Vallo

Quando suona la sveglia alle 7 del mattino, apriamo mezza palpebra, zittiamo la sveglia e ci giriamo dall’altra parte. La magnata della sera precedente pesa parecchio. Alle fine ci alziamo più o meno alle 9. Facciamo colazione con calma, poi ci prepariamo per lasciare l’ormeggio.

Lasciamo il nostro ormeggio

Non appena ci allontaniamo dal pontile, ci raggiunge a bordo del suo gommone di servizio lo stesso ormeggiatore che ci aveva “recuperato” fuori dalla diga foranea il giorno prima. Oltre a sincerarsi che tutto fosse andato bene e che fossimo soddisfatti del marina e dei servizi offerti, il nostro amico ci chiede del ristorante, se fosse stato di nostro gradimento. Gli rispondiamo che è TUTTO è stato di nostro gradimento Sorriso

Marina di Licata

Il faro di Licata

Una volta fuori dal porto ci troviamo con un leggerissimo SE con terribili raffiche a 5 Kt. Niente vele, si procede a motore, prua su Mazara del Vallo.

La navigazione prosegue senza alcun evento di rilievo. Per pranzo decidiamo di fermarci e di concederci un buon tuffo rinfrescante. Scegliamo come meta Capo Rossello, poco più a Ovest della Baia dei Turchi. Diamo fondo in 5 metri di acqua trasparente, davanti alla spiaggia e sotto al faro del Capo. Dopo bagnetti e tuffi vari, ci prepariamo un pranzo leggero, ci asciughiamo al sole e issiamo l’ancora per continuare sulla nostra rotta.

Capo Rossello

Caliamo le lenze nella speranza di recuperare la cena. Non accade nulla di nulla fino alle 18 circa, quando il vento gira a W e tocca gli 8 nodi e mezzo. Decidiamo di sfruttare questa brezza nonostante ci sia direttamente sul muso, alziamo le vele e cominciamo a fare dei bordi. La brezza è irregolare, ma Y2K naviga piuttosto bene, sui 6.8, 6.9 Kt. Mentre boliniamo, finalmente, una delle nostre lenze si mette a cantare. ERA ORA !!! Portiamo a bordo un bellissimo sgombro di un chiletto circa.

Il Capitano

Non passa neppure un’oretta che il mulinello si mette di nuovo a cantare: questa volta recuperiamo un tonnetto anche esso di un chiletto circa. Pranzo e cena sono assicurati Sorriso Dopo il quinto bordo ci stufiamo, chiudiamo le vele e continuiamo a motore.

Alle 23:30 arriviamo a destinazione, filiamo l’ancora in rada davanti al porto di Mazara del Vallo dove anche quel poco di brezza da W scompare del tutto. Ci ritroviamo in un lago, come fossimo ormeggiati all’interno di un porto. Siamo in quattro barche, un motoscafo e 3 vele, compresa una barca francese che rischiamo quasi di speronare in quanto totalmente al buio. Non è il primo francese che incontriamo durante le nostre crociere ad non accendere alcuna luce di fonda. Pensiamo che questo modo di fare sia troppo pericoloso, in alcune situazioni la barca risulta totalmente invisibile e se poi si è anche fra le imbarcazioni più esterne della cala è davvero quasi criminale. I discorsi sui consumi, poi, con il diffondersi delle luci a LED ormai non valgono più.

La rada di Mazara rappresenta un ottimo ridosso per tutti i venti del primo e quarto quadrante, fondale fangoso, ottimo tenitore. E’ importante non ostruire il canale di accesso al porto e non avvicinarsi troppo alla spiaggia in quanto è presente una secca, la Secca del Palamito. Una volta che si raggiunge la batimetrica dei 5 metri, si può dare ancora senza problemi.

Ce ne andiamo a nanna, domani completeremo l’ultima tratta della nostra traversata di rientro e raggiungeremo le Egadi.

Fair winds and calm seas

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