Nuova Zelanda: le formalità. Come atterrare senza problemi.

Praticamente tutti i velisti giramondo che abbiamo incontrato durante la nostra limitata esperienza ci hanno sempre raccontato, con un senso di preoccupazione palpabile, le temibili e super rigorose procedure di ingresso in Nuova Zelanda.
 
E’ assolutamente vero che il processo di “clearance” è rigoroso e che bisogna attenersi scrupolosamente a ciò che prevede la legge, pena essere buttati fuori dal paese. Tuttavia, se ci si documenta bene e si preparano tutti documenti richiesti con anticipo e con attenzione, l’atterraggio in Nuova Zelanda è praticamente indolore. Gli ufficiali di Custom, Immigration e Quarantine sono gentilissimi e il tempo richiesto per completare le pratiche è davvero minimo (30 minuti mediamente).
 
MA: bisogna essere preparati, avere i documenti in regola, evitare di fare i “furbetti” (tanto ti sgamano immediatamente) dichiarando tutto quello che va dichiarato.
 
Vediamo quali sono le risorse a disposizione delle imbarcazioni da diporto (qui identificate come “Small Yachts”) e i passaggi chiave affinché l’atterraggio in Nuova Zelanda avvenga in maniera super-soft.
 
  1. Pianificare il proprio arrivo nel paese è importante per poter trasmettere alle autorità tutte le carte necessarie per tempo.
  2. Leggere e informarsi è FONDAMENTALE.
  3. Compilare e inviare i form (dove richiesto) alle autorità PRIMA dell’arrivo.
  4. Preallertare le autorità almeno 48 ore PRIMA dell’arrivo via radio SSB o VHF – non appena a portata – sui canali che specifichiamo in seguito.
  5. Possedere tutti i documenti validi e in regola (passaporti, documenti barca, clearance ultimo paese visitato).
  6. E’ fondamentale avere la carena pulita, senza alghe, denti di cane o teredini. In caso contrario, si hanno due possibilità: a) pronti via, essere spediti fuori dalle acque territoriali del Paese per spazzolare la carena con il mare a 18°C; b) essere inviati immediatamente in cantiere per alare la barca e procedere alla pulizia obbligatoria a vostre spese.
    Quindi molto meglio pulire bene tutto prima di lasciare i tropici e possibilmente fornire agli ufficiali una prova (fattura) dell’ultimo alaggio con pulizia carena o nuova antivegetativa. In alcuni casi, a noi non è accaduto, hanno verificato l’effettivo stato della carena, con una telecamera subacquea.
LE INFORMAZIONI:
 
Le fonti cui abbiamo attinto tutto il nostro sapere sono (in lingua inglese):
  • Noonsite – a QUESTA pagina.
  • Il sito web ufficiale New Zealand Custom Service dove c’è davvero TUTTO quello che vi serve disponibile per il download. Form da compilare, guide alla quarantena, “How-to”, insomma tutto. Lo trovate QUI.
  • Abbiamo scaricato lo Yacht Pack 2018, documento ufficiale fornito dalla Custom Neozelandese (dal sito ufficiale di cui al punto precedente, ma attualmente non disponibile in questo formato in quanto in fase di aggiornamento alla versione 2019) contenente una raccolta completa di tutte le informazioni e di tutti i moduli da compilare per l’entrata.
  • E’ ammesso l’ingresso nel Paese di un valore massimo in qualsiasi valuta straniera equivalente a 10.000 NZD senza obbligo di dichiarazione.
Con queste informazioni e seguendo le procedure indicate è davvero praticamente impossibile sbagliare ed avere rogne.
 
VISTI E TEMPISTICHE:
 
A noi cittadini europei viene concesso normalmente il visto turistico di 3 mesi, rinnovabile ad altri 3 mesi pagando una piccola tassa. Tuttavia, grazie ad accordi bilaterali fra Nuova Zelanda e Italia, è possibile richiedere e ottenere in anticipo un visto gratuito valido 6 mesi. Tutto si fa online compilando il form a QUESTO link.
Mentre l’inserimento dei dati ricorda quello per richiedere il visto USA, quindi altrettanto lungo e dispendioso in termini di tempo, la risposta da parte delle autorità Neozelandesi è velocissima e non è richiesto nessun appuntamento, né intervista.
 
Noi abbiamo richiesto il visto di 6 mesi.
 
Le imbarcazioni possono rimanere in acque Neozelandesi per 2 anni, dopodiché le opzioni sono quelle di uscire dal paese e rientrare, oppure di pagare una tassa di importazione calcolata sul valore effettivo della barca da un perito ufficiale.
 
COSA FARE E QUANDO:
  1. Compilare il modulo “Advance notice of arrival” per small yachts. Inviarlo via fax o via email ai contatti indicati nel modulo stesso preferibilmente qualche giorno prima della partenza. Noi, per evitare di dimenticarcelo, lo abbiamo inviato un bel po’ di tempo prima, ai primi di Novembre. Quando siamo arrivati, alla fine di Dicembre, l’ufficiale ci ha bonariamente “rimproverato” spiegandoci che il modulo non è solo burocrazia, ma è anche uno strumento di sicurezza. La Guardia Costiera in questo modo sa quali sono le imbarcazioni in navigazione su un tratto di mare difficile.
    Chi non avesse la disponibilità di email o fax, può eseguire la procedura al telefono. Il numero da chiamare è indicato sempre nel modulo
  2. 48 ore prima dell’atterraggio, o al più tardi una volta a portata di VHF, contattare “Maritime Radio” sulle frequenze di chiamata SSB – 2182, 4125, 6215, 8291 kHz – oppure sul canale 16 del VHF. Vi verranno richiesti: nome dell’imbarcazione, nominativo internazionale, posizione attuale, numero di persone a bordo e nazionalità, eventuale presenza di animali a bordo, porto di entrata scelto (Port of Entry), ETA (ora di arrivo stimata). Questo passaggio è fondamentale per l’organizzazione degli ufficiali e per evitare a noi lunghe attese.
  3. Esporre la bandiera gialla “Q” non appena entro le acque territoriali Neozelandesi (12 mn).
  4. Consigliamo vivamente di presentare agli ufficiali i moduli già precompilati: le procedure saranno più veloci.
  5. Ricordiamo che la Guardia Costiera Neozelandese controlla le proprie acque territoriali in modo continuativo e organizzato tramite radar, AIS e aerei. Al momento di firmare tutti i documenti, l’ufficiale di dogana ci ha confermato che già sapevano esattamente dove ci trovavamo
LA QUARANTENA E I PRODOTTI SOGGETTI A SEQUESTRO:
 
Cominciamo con lo sfatare alcuni miti e leggende che riguardano le procedure di quarantena. A meno di non fare cavolate e raccontare balle clamorose – gli ufficiali sono gentili, accoglienti e simpatici ma NON STUPIDI – le perquisizioni in barca sono risibili. Nessuno ribalta nulla, tanto meno aprono ogni gavone, pertugio, stipetto tirando fuori tutti i vostri averi.
 
Anche in questo caso, informarsi e prepararsi prima dell’ispezione dell’ufficiale aiuta a creare un clima di fiducia e rispetto reciproco che fa la differenza.
 
Quello che NON puo’ entrare in Nuova Zelanda consiste, ad esempio, in:
  • Carne, pesce, frutta e verdura freschi o surgelati.
  • Prosciutto, salame, mortadella etc.
  • Latte, burro, latticini e formaggi.
  • Miele
  • Uova
  • Aglio, cipolle, aromi e spezie freschi.
  • Semi e noccioline (arachidi, semi di girasole, noci, mandorle, mais – ma quello confezionato e pronto per i pop-corn da fare al forno è OK –
  • Contenitori per le uova di cartone anche vuoti.
  • Prodotti in scatola o in vetro “home-made”.
  • Piante
  • Conchiglie (non tutte, strombi e tridacne NO, cipree e altro OK)
  • Corallo (se pochi rametti, DEVE rimanere a bordo. Vi rilasciano un documento).
  • La vostra spazzatura accumulata durante la navigazione.
Cani e gatti vengono prelevati e portati in apposite strutture in cui vengono soggetti ad un periodo di quarantena per un minimo di 30 giorni. Tutti i costi sono a carico dei proprietari (veterinario, struttura, trasporto, etc). Qualsiasi altro animale vivo è soggetto a una quarantena anche più rigida.
 
Non ci sono problemi, invece, per:
  • Tutti i prodotti confezionati industrialmente, in cui è possibile verificarne la provenienza dall’etichetta. Esempio: formaggio cheddar di provenienza Neozelandese, acquistato in un market a Tonga. Fosse stato italiano, sarebbe stato lo stesso. Insomma, l’importante è che l’ufficiale verifichi la provenienza del prodotto e il suo confezionamento.
  • Prodotti in scatola confezionati industrialmente (piselli, fagioli, frutta, mais, carne, pesce, sottaceti etc.)
  • Fagioli, lenticchie, ceci secchi confezionati industrialmente.
  • Latte in polvere.
Il modulo “Masters Biosecurity Declare” contiene la lista di tutto quello che è a rischio. Siate onesti e dichiarate tutto.
In caso di dubbi, non esitate a chiedere. Chiedete, chiedete, chiedete. Non abbiate timore, l’ufficiale risponderà a tutte le vostre domande e in questo modo aiutate sia il suo lavoro che voi stessi, oltre a capire bene il perché di tali rigide procedure.
 
Welcome to New Zealand!

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