Dall’Amarone allo Zumuva

Sicuramente la maggior parte dei nostri lettori conosce il vino Amarone, un po’ perché chi ci segue è normalmente un marinaio… ed è risaputo, marinaio non fa rima con astemio e poi perché l’Amarone è un vino pregiato e di ottima qualità che il Veneto ha regalato ai nostri palati.

Lo sappiamo, potremmo aprire una disquisizione su altri tipi di vini che possono essere anche migliori dell’Amarone, ma non vogliamo fare una gara, solo spiegarvi che per noi questo vino ha da sempre rappresentato il vino di qualità, quella bottiglia che non apri tutti i giorni, quella bottiglia che ricevi in regalo o che si porta in dono a degli amici per cena, che si stappa a Natale con l’arrosto tradizionale. Insomma rappresenta per noi il vino per eccellenza.

Da quando siamo partiti per la nostra avventura, ormai quasi 3 anni fa, era Agosto 2015, le occasioni di bere una bottiglia di Amarone si sono fatte sempre più rare. In giro per il mondo è abbastanza difficile trovare una bottiglia di vino Amarone se non in enoteche a prezzi stratosferici. Quindi le occasioni si sono trasformate in rarità ovvero nei nostri rientri a casa in Italia.

Ricordiamo ad esempio quando siamo rientrati in Italia dalla Polinesia dopo un lungo viaggio via aereo, il papà di Max ci invita a casa per un sano e saporito risotto alla milanese, noi accettiamo di buon grado. Lui ci chiede quindi che cosa volevamo bere, se del vino rosso o del vino bianco; Max risponde con un pronto «Rosso, una buona bottiglia di rosso!» e il papà, conoscendo molto bene suo figlio risponde con una domanda che non aveva bisogno di una risposta «Va bene, apro una bottiglia di Amarone?».

Speriamo di avervi fatto capire cosa rappresenta per noi l’Amarone, sicuramente ognuno di voi avrà il suo simbolo, la sua ‘bottiglia’ che rappresenterà la stesso brivido al pensiero del suo gusto e del suo aroma.

Dopo questa doverosa premessa, vogliamo introdurvi nel magico mondo dello Zumuva, vino da tavola Argentino. A chi fosse sfuggito, il nome Zumuva deriva da due parole spagnole ‘Zumo’ (succo in italiano) ed ‘Uva’, facile ed intuitivo quindi arrivare al nome tradotto in Italiano Succo d’uva. Ecco avete quindi forse anche immaginato il suo sapore. Non è ovviamente riportato il vitigno, non è riportata la data della vendemmia, non è da sapersi se ha stagionato in botti prima di essere imbottigliato in data incerta e quindi trasferito in Polinesia via nave.

Lo Zumuva viene elegantemente venduto in bottiglie di plastica, leggermente schiacciate, forse dovuto alla differenza di pressione tra le alte montagne Argentine (ci piace immaginare che venga coltivato lì) e gli atolli della Polinesia. La cosa strana è che la bottiglia rimane leggermente schiacciata anche dopo l’apertura.

Il tappo è ovviamente a vite, meno male altrimenti sarebbe stato un terno all’otto trovare una bottiglia sana dopo un viaggio del genere e le relative pause sui piazzali assolati. Al gusto non si colgono né bacche, né frutti di bosco, né aromi floreali o qualsiasi altra fragranza che troveremmo forse nel Tavernello.

Insomma il sapore è di vino, punto, anche leggermente dolce.

Dopo avervi descritto questo capolavoro commerciale dobbiamo anche riportarvi i costi. E’ distribuito alla modica cifra di 1700 franchi (15€ circa) negli atolli minori e 1000 franchi (8€ circa) negli atolli maggiori.

Quindi, cari amici e lettori, quando pensate a noi cercate anche di immaginarvi la nostra dura vita, le ristrettezze enogastronomiche e le difficoltà di approvvigionamento.

Ce la fate?

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