Estate 2010 – Giorno 8 – Trasferimento Tindari baia di Giardini Naxos

Dopo esserci svegliati con tutta calma, issiamo l’ancora inizialmente con destinazione Milazzo. Non appena lasciamo la protezione del nostro “reef”, ci accoglie un allegro NW sui 12 -14 nodi per cui svolgiamo il genoa e ci mettiamo in rotta.  Al largo di Milazzo il NW diminuisce un pò e noi issiamo la randa. Andiamo che è un piacere, ci sembra un peccato fermarci a Milazzo e sprecare questa giornata di brezza fresca. Decidiamo di proseguire verso sud est di Capo Rasocolmo, poco prima dello stretto di Messina. Secondo le previsioni il vento dovrebbe mettersi un pò più da ovest e questa piccola ansa dovrebbe essere ridossata.

Y2K naviga tranquilla, il nostro Aquagen 4 – che abbiamo chiamato “Nando” il frullone che frulla tanto – è in mare e produce che è una meraviglia, anche la lenza è in mare, ma questa non produce affatto.

Alle 15:30 siamo a destinazione, la brezza è sempre da NW e ha alzato un pò di maretta e non si può stare all’ancora. Ne approfittiamo per un bagno rinfrescante  e visto che è un peccato non sfruttare questo venticello che ci consentirebbe una splendida navigazione poppiera decidiamo di attraversare lo Stretto di Messina.

Partiamo a motore e sfidiamo Scilla e Cariddi: naturalmente scegliamo il momento più sbagliato dal punto di vista della corrente, questa è infatti al suo massimo da sud verso nord. A 2000 giri motore facciamo 8 nodi sull’acqua, ma siamo inchiodati a 2,8 nodi sulla terra !! Lo spettacolo è affascinante: mulinelli, vortici e gorghi testimoniano la potenza di due masse d’acqua che si scontrano. Noi ci passiamo in mezzo, la prua di Y2K viene un pochino sbatacchiata dalle forze delle natura e noi pensiamo a cosa dovessero aver provato gli antichi navigatori fenici e greci alla vista di tale spettacolo, alla nascita dei miti dello Stretto e dei mostri che inghiottivano le sventurate navi di passaggio.

2.1 nodi SOG ! Da notare la freccia blu della corrente.

Dopo minuti interminabili riusciamo ad avvicinarci alla costa Siciliana ed a lasciare Messina alla nostra dritta. La corrente non molla ancora e visto che il vento qui è più costante e intenso – l’effetto venturi dello Stretto è un fenomeno  atrettanto affascinante – apriamo il Genoa per guadagnare un nodo. Rimettiamo al lavoro anche “Nando” 🙂

Piano, piano la corrente contraria si attenua e lascia libera Y2K, il NW è bello fresco sui 17-18 nodi a fil di ruota, noi proviamo l’andatura con le trinchette gemelle, nel nostro caso genoa e trinca quest’ultima aperta su false mura. Y2K prende velocità e noi ci esaltiamo. Una vera navigazione da “aliseo”, confortevole, veloce e sicura. Navighiamo piuttosto vicini alla costa e rappresentiamo un’attrazione per i locali: da una piccola barchetta da pesca cui passiamo abbastanza vicini, un ragazzino si sbraccia in infiniti saluti mentre il papà ci fotografa ripetutamente 🙂

Continuiamo la navigazione a vela mentre scegliamo la nostra destinazione. Nella zona in cui ci troviamo la costa siciliana è piuttosto piatta, il primo ridosso sicuro è la baia di Giardini Naxos, a sud di Capo Taormina a circa 20 miglia dallo Stretto. OK si va lì.

Dopo il tramonto il vento diminuisce leggermente, segue la costa ed è piuttosto rafficato. Chiudiamo la trinchetta e orziamo leggermente. Il mare nel frattempo si ingrossa ulteriormente e noi speriamo che la baia sia davvero un ancoraggio sicuro e ridossato come dicono le carte. Uno dei nostri molti sogni era quello di vedere l’Etna dal mare, a bordo della nostra barca. Ed eccolo lì, alla luce del crepuscolo, il Monte Etna si staglia ad interrompere l’azzurro intensissimo del cielo.

Il Monte Etna

Arriviamo a destinazione alle 22:30, l’AIS ci dice che ci sono in rada almeno due bestioni a motore quindi tanto male non si deve stare. Infatti una volta ridossati dal capo, il vento scompare e noi ci troviamo in un mare assolutamente immobile. Numerose sono le barche all’ancora, ma non c’è affollamento selvaggio. Troviamo un buon posticino per ormeggiare in circa 8 metri di fondo e siamo fermi.Ci concediamo una cena veloce ed un pò di riposo prima di crollare in cuccetta. Dedicheremo la prossima giornata all’esplorazione del luogo.

INCONTRI: al largo di Capo Milazzo, un placido capodoglio (almeno noi pensiamo lo sia vista la direzione del suo “soffio” e la forma della coda) che nuota in direzione opposta alla nostra a circa 200 metri da noi. Si offre alle nostre videocamere per una buona decina di minuti.

Nota di servizio: durante la navigazione per la prima volta abbiamo riempito un serbatoio con l’acqua prodotta dal nosto watermaker (che in Italiano sarebbe il dissalatore, ma “watermaker” fa tanto “oceanico”, ma specialmente fa molto figo :-))

Fair winds e calm seas a tutti.

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Roberto
13 anni fa

Ciao Ragazzi, ho provato anche io oggi per la prima volta a mettere in moto il "watermaker" 🙂
Però gli ho fatto solo un risciacquo per ora. Domani o dopodomani proverò a fargli dissalare qualche litro di acqua, ma vorrei prima riempirne una bottiglia per testarne la bontà… sai che non ho quel furbissimo sistema che avete fatto voi per spillare direttamente nel lavandino…