Fatu Hiva – Baia delle Vergini – Hanavave

Fatu Hiva, Isole Marchesi. 15 Maggio 2017 ora locale 20:00.

E’ una settimana che siamo atterrati a Fatu Hiva, ci siamo presi un pò di tempo per riposare e risistemare alla meno peggio la barca.

Mentre vi scriviamo, fuori, nel villaggio di Hanavave, gli uomini battono sui tamburi. Si stanno preparando per un grande evento, una specie di festival. Ogni sera si riuniscono e provano il loro pezzo. E’ surreale addormentarsi al suono di questi strumenti polinesiani.

Abbiamo ricevuto un paio di cazziatoni via email per “mancato aggiornamento blog” sappiate che qui siamo davvero fuori dal mondo. E per fuori dal mondo intendo proprio fuori dal mondo moderno come lo intendiamo noi. Non c’è internet, beh ci sarebbe, ma non funziona. Bisogna andare nel villaggio principale di Omoa. E lì funziona solamente vicino all’ufficio postale. Quindi ci si deve piazzare su una delle panche messe a disposizione dei clienti per accedere al Wi-fi e leggere la posta. E non parliamo di internet come lo intendiamo noi, nelle nostre città. E’ lentissimo. Postare una foto su Facebook è un delirio.

Quindi cari ragazzi miei, dovete pazientare ancora un pochino, almeno fino a quando non ci trasferiamo a Hiva Oa, l’isola principale, presso la capitale delle Marchesi, la cittadina di Atuona.

Qui, dove siamo adesso, non c’è NULLA – ripeto, siamo qui a scrivere su un computer mentre fuori suonano i tamburi – a parte un mini-market (che più basico non si può), una chiesetta da cui provengono canti da pelle d’oca durante le funzioni domenicali, una scuola.

La tua spazzatura da traversata Pacifica te la tieni perchè qui non esiste discarica. Le famiglie vivono di pesca e di quel poco di turismo.

Le donne fanno le Tapa, spettacolari disegni tribali Marchesani dipinti sulla corteccia di piante particolari. Tagliata a mano, lisciata a mano, battuta su pietra per allargarla il più possibile con uno strumento speciale, inamidata a mano, essiccata al sole. L’inchiostro viene ricavano da un seme.

Gli uomini intagliano il legno, creano tiki, piatti, vassoi, animali come le manta, ricreano antiche armi tribali. Oggetti totalmente artigianali, fatti a mano, bellissimi.

Preparano il cibo locale e lo offrono a noi, turisti barcaioli, si paga contrattando. Scambi magliette con pompelmi locali giganteschi, banane – intendo caschi di banane interi come non ho mai visto! Ne abbiamo uno gigantesco che dondola a poppa – mango. Porti loro penne e quaderni, ti ritrovi con mezza tonnellata di tonno che non sai cosa fartene!!!

La nave dei rifornimenti arriva ogni DUE settimane. Non ci sono banche.

Le barche non si chiudono più, i dinghy non si lucchettano. Ecco vi siete più o meno fatti un’idea eh ?

Piove spesso, ma solitamente, quando il tempo è bello, dura poco.

Insomma… non aggiorneremo il blog ancora per un pò, fatevene una ragione 🙂

Domani ci trasferiamo a Tahuata, isoletta a 35 miglia a nord da Fatu Hiva. Qui resteremo un paio di giorni prima di recarci a Hiva Oa.

Un saluto a tutti !

Ale & Max

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